Dal carrello della spesa ai fornelli: come leggere e interpretare le etichette alimentari
Più di un italiano su due appartiene a quella categoria di persone che va a fare la spesa di corsa, buttando buste e scatolame nel carrello senza preoccuparsi del contenuto. Più di un italiano su due non sa che si ritroverà ad avere nella propria credenza prodotti qualitativamente scarsi, dei veri e propri mostri che attentano alla loro salute!
Scegliere i prodotti giusti non è difficile, bastano 3 semplici regole: dimenticare i subdoli messaggi delle pubblicità, non farsi abbindolare da ciò che è scritto sul davanti della confezione e saper leggere le etichette alimentari.
Per quanto concerne la prima regola dobbiamo armarci di grande lucidità, e sgomberare la mente dalle immagini idilliache proposte in tv, dalle musichette martellanti che ormai si sono infiltrate nei meandri del sistema nervoso, e dalle qualità decantate del tipo: la merendina x “nutriente e leggera” (forse solo nei loro sogni).
Per la seconda regola non bisogna mai fermarsi alle apparenze e limitarsi a quanto c’è scritto in grande vicino al nome del prodotto. Un esempio? Pensiamo ai cosiddetti prodotti “senza zucchero”. In genere per zucchero si intende il saccarosio (quello comunemente utilizzato in cucina) e questo sicuramente non è presente nei prodotti così etichettati, ma se tra gli ingredienti leggiamo: sciroppo di glucosio o di fruttosio, maltosio o destrosio, sappiate che l’alimento contiene indirettamente dello zucchero.
Per questo occorre seguire la terza regola: leggere bene le etichette alimentari!
I produttori non sono obbligati a scrivere tutte le informazioni sul prodotto, ma alcune sono obbligatorie:
1. LA DENOMINAZIONE DI VENDITA. E’ il nome o la descrizione che permette di distinguere prodotti simili (ad es: pasta di semola e pasta integrale) e deve specificare lo stato in cui si trova il prodotto (es: in polvere, surgelato, liofilizzato)
2. L’ELENCO DEGLI INGREDIENTI. Importantissimo! Tutti gli ingredienti sono elencati in ordine decrescente di quantità. Al primo posto figura quello presente in quantità maggiore e così via fino a quello presente in piccole quantità. Ecco perché verificando l’ordine degli ingredienti si può capire la qualità o la convenienza di un prodotto rispetto ad un altro (es. se oli vegetali e zucchero sono nominati tra i primi 2 è meglio non comprare). Tutti gli ingredienti devono essere letti, infatti sapere che in un cibo è stato adoperato olio extra vergine d’oliva anziché i cosiddetti oli vegetali ci dice molto sulla sua qualità, leggere che non vi è traccia di margarina o grassi idrogenati lo rende ancora migliore.
3. IL PESO E LE QUANTITA’. L’etichetta deve riportare il peso netto di un prodotto, e se questo è immerso in un liquido deve essere indicata la quantità di prodotto sgocciolato.
4. IL TERMINE MINIMO DI CONSERVAZIONE O SCADENZA. Il primo è la data fino alla quale il prodotto alimentare conserva le sue proprietà specifiche in adeguate condizioni di conservazione, oltre la data il prodotto non è nocivo per la salute, ma perde alcune caratteristiche. La scadenza invece indica la data entro la quale il prodotto deve essere necessariamente consumato perché può arrecare danno alla salute.
5. IL TITOLO ALCOLIMETRICO. Riguarda solo i cibi o bevande alcoliche e indica la quantità di alcol. Un vino al 12% vuol dire che in 100 grammi di prodotto ci sono 12 grammi di alcool.
6. LOTTO DI APPARTENENZA. Garantisce la rintracciabilità dell’alimento. Se il prodotto è italiano i primi due numeri sono “80”.
7. LE MODALITA’ DI CONSERVAZIONE. Ci dicono come deve essere conservato un prodotto. Tutti i prodotti in vendita nel banco frigo e nel congelatore devono essere trasportati il più presto possibile nel frigo o congelatore di casa per non interrompere la “catena del freddo” e non favorire lo sviluppo di un’elevata carica batterica nel cibo. I cibi con la scritta “conservare in luogo fresco e asciutto” non devono essere messi in frigorifero che invece è umido. E’ importantissimo fare attenzione alle confezioni gonfie, ammaccate, bagnate o rotte.
8. LUOGO E DITTA PRODUTTRICE. Indicano la sede dello stabilimento di produzione o confezionamento. Questo dato è molto importante non solo per sapere a chi rivolgersi per ulteriori informazioni o se il prodotto è avariato, ma anche per risparmiare. Eh si, in tempo di crisi fa sempre piacere risparmiare, e leggendo il produttore scoprirete che molti prodotti “label free”, ovvero non di marca, sono invece prodotti da aziende molto note e al cui nome spesso associamo fiducia e qualità. Ad esempio lo sapevate che il latte fresco e l’olio extra vergine d’oliva della Conad sono prodotti rispettivamente dalla Granarolo e dalla Farchioni? E che La pasta(formati speciali) e le fette biscottate della Carrefour sono prodotte rispettivamente dalla Garofalo e dalla Colussi? L’elenco è molto lungo. Facendo queste attenzioni una ricerca ha dimostrato che si arriva a risparmiare fino a 1400 euro l’anno...non male!
Infine esistono le INDICAZIONI FACOLTATIVE, che possono essere indice di maggiore qualità e trasparenza. Tra di esse ritroviamo LA TABELLA NUTRIZIONALE, un’importantissima informazione che, insieme all’elenco degli ingredienti, ci indica la qualità di un prodotto. Essa riporta una dichiarazione relativa al valore energetico e ai nutrienti (proteine, carboidrati o glucidi, grassi o lipidi, fibra, sodio, vitamine e sali minerali). I valori nutrizionali sono sempre riferiti a 100 grammi di prodotto, ma possono essere specificati anche i valori per porzione o pezzo, per cui è importante riferirsi ai valori per 100 grammi se si intende comparare due prodotti tra loro.
Per avere garanzia che il prodotto sia qualitativamente accettabile bisogna accertarsi che:
• Attenzione agli alimenti pubblicizzati per il basso contenuto in colesterolo: l’assenza di colesterolo non basta a rendere l’alimento salutare, ma bisogna accertarsi che il cibo sia allo stesso tempo privo di grassi trans, margarina,grassi vegetali idrogenati, olio di palma o cocco.
• Attenzione ai prodotti integrali: se sono davvero tali tra gli ingredienti non deve essere menzionata la voce fibra, altrimenti significa che è stata aggiunta e quindi l’alimento non è davvero integrale.
• Non comparare due prodotti simili (ad es. due marche di biscotti) solo confrontando il contenuto di Calorie, ma soprattutto il contenuto in grassi, che è sempre meglio quando non supera i 20 grammi per 100 grammi di prodotto.
Il momento della spesa è quindi importante ed essa va fatta con calma, attenzione, responsabilità e intelligenza. Se proprio si va di fretta perché gli impegni vari non ci permettono di ritagliare il giusto tempo vi basterà ricordare questi semplici suggerimenti:
“Andiamo a fare la spesa come se fossimo accompagnati dalla nostra bisnonna, e tutto quello che lei non riconoscerebbe come cibo non compriamolo; se sull’etichetta ci sono parole di cui la bisnonna non conosce il significato, o ci sono più di 5 ingredienti, non compriamo; se c’è scritto che è stato aggiunto qualcosa che fa bene alla salute non compriamo” (non illudiamoci di poter migliorare la povertà del nostro cibo industriale con integratori alimentari).
Cari lettori un affettuoso saluto e al prossimo lunedì!
(Bibliografia:“I mostri nel mio frigorifero” S. Cecchetti;“Prevenire i tumori mangiando con gusto”A. Villarini e G. Allegro;“In difesa del cibo” M. Pollan)
Dott. Mario Russo, Dietista - Esperto in Dietetica, Educazione Alimentare e Nutrizione;
Dott.ssa Viviana Valtucci, Dietista e Nutrizionista - Esperta in Dietetica, Educazione Alimentare e Specialista in Nutrizione Umana.
E-mail: dieteticaesalute@hotmail.it
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