La stipsi è un disturbo caratterizzato da difficoltà e/o insoddisfazione della defecazione con una marcata riduzione della frequenza della stessa.
Nei paesi occidentali interessa un numero elevatissimo di soggetti, fino ad una percentuale del 28%.
Interessa maggiormente il sesso femminile e individui con un'età superiore ai 65 anni.
Si definisce affetto da stipsi un individuo che nell' ultimo anno riferisce i seguenti sintomi:
• Meno di 2 evacuazioni a settimana;
• Sforzo intenso durante le evacuazioni;
• Feci dure;
• Sensazione di non essersi svuotati completamente;
• Sensazione di blocco a livello rettale e/o anale;
• Utilizzo di manovre manuali al fine di completare l'evacuazione.
Le cause possono essere diverse. Tra le più comuni troviamo disordini dietetici, sedentarietà e fattori ambientali, utilizzo di farmaci quali antidepressivi, antispastici e supplementi di ferro, malattie quali diabete, morbo di Parkinson, ipotiroidismo, anoressia nervosa e distrofie muscolari.
I disordini dietetici e i fattori ambientali comprendono uno scarso consumo di legumi, frutta, verdura e cereali integrali, un largo consumo di bevande gassate e zuccherate utilizzate come sostituto dell'acqua, un consumo eccessivo di carne e prodotti di origine animale, ritmi di vita sempre più frenetici con conseguente perdita dello stimolo evacuativo e della percezione dei bisogni fisiologici del proprio corpo, scarsa attività fisica, gravidanze pregresse, modifiche degli orari o dei luoghi dove di solito avviene l'evacuazione, eventi stressanti e/o traumatici.
La terapia più conosciuta per combattere la stipsi è l'utilizzo di lassativi.
E' bene precisare che i lassativi possono essere presi in considerazione ma soltanto in dosi e tempi adeguati e soprattutto dopo modifiche dietetiche e comportamentali.
A questo proposito riportiamo delle semplici norme dietetiche e comportamentali al fine di migliorare e/o prevenire la stipsi e le sue conseguenze:
1. Non rimandare l'atto della defecazione.
Non assecondare lo stimolo rischia di inibire gli impulsi allo svuotamento del retto.
Dunque dopo la percezione dello stimolo cercare di recarsi al bagno il prima possibile, appena le condizioni sociali lo permettono.
2. Evitare sforzi eccessivi durante la defecazione.
Si rischia di alterare la normale coordinazione tra i meccanismi fisiologici coinvolti nella defecazione: contrazione dell'ampolla rettale, contrazione dei muscoli del pavimento pelvico e rilassamento dello sfintere anale interno (atto involontario) e di quello esterno (atto volontario).
Sforzi eccessivi durante la defecazione predispongono anche alla comparsa delle emorroidi, e risultano potenzialmente pericolosi per le persone che soffrono di disturbi cardiovascolari, frequenti dell'età anziana.
E' importante ottenere un'evacuazione naturale attendendo lo stimolo senza sforzi eccessivi, magari rilassandosi con un giornale; la posizione migliore è quella acquattata (alla turca), in cui l'addome viene naturalmente compresso contro le cosce (un rimedio utile in presenza di stitichezza è quello di porre un rialzo sotto i piedi in prossimità del wc).
Inoltre può essere utile massaggiare delicatamente con il palmo della mano la zona dell'addome in prossimità dell'inguine.
3. Allenare i muscoli dell'addome e quelli del pavimento pelvico.
La contrazione di questi muscoli è essenziale per lo svuotamento del retto durante la defecazione. Spesso la loro debolezza predispone alla stitichezza; tale condizione è più comune dopo la gravidanza ed il parto, negli obesi, nelle donne in menopausa e negli individui con tosse cronica (ad esempio tosse del fumatore o bronchite cronica e asma).
4. Aumentare l'apporto di liquidi con la dieta.
Perché: le feci di consistenza normale sono composte da acqua per il 75%; tanto maggiore è il tempo di permanenza nel colon, tanto superiore è il riassorbimento di acqua; di conseguenza le feci divengono aride e più difficili da evacuare.
Aumentare gradualmente l'apporto di liquidi in relazione al clima e al grado di attività fisica, lavorativa, domestica e ricreativa. Per combattere la stitichezza, è importante portare sempre con sé una bottiglietta d'acqua, al lavoro, in ufficio e in palestra, in modo da soddisfare immediatamente il bisogno di bere. Nell'anziano lo stimolo della sete è spesso ridotto, motivo per cui durante il giorno è necessario sorseggiare regolarmente un bicchiere d'acqua all'ora, anche in assenza di tale stimolo.
Inoltre, cucinare le pietanze sottoforma di zuppe, brodi e frullati può aiutare ad assumere più liquidi nell'arco dell'intera giornata.
5. Aumentare l'apporto di fibre della dieta.
Legumi, frutta, verdura, e cereali integrali sono ricchi di fibre, residui alimentari indigeribili che vengono espulsi donando compattezza, morbidezza e volume alle feci; tutto ciò ad una condizione: che siano accompagnati da generose quantità di liquidi. Questi, in sinergia con le fibre, compiono infatti un'azione rigonfiante e gelificante sulla massa fecale, stimolando peristalsi ed evacuazione.
Dunque consumare ogni giorno almeno 5 porzioni di frutta e verdura; a colazione può essere d'aiuto preferire cereali integrali o fiocchi di crusca piuttosto che fiocchi di mais o di riso arricchiti con cioccolato e zuccheri. A pranzo e a cena può essere d'aiuto una zuppa di legumi accompagnata da pane integrale in sostituzione della carne, degli affettati e dei formaggi, un piatto abbondante di verdure crude, uno di verdure cotte. A merenda può ritornare utile un frullato di frutta diluito con acqua o uno yogurt.
Ricordiamo che anche questa modifica dietetica deve essere effettuata con regolarità, in quanto l'eccessivo ed improvviso apporto di fibre potrebbe aggravare la stitichezza o causare crampi addominali con eccessiva produzione di gas. E' utile anche masticare lentamente per evitare introduzione di aria insieme al bolo alimentare con conseguente gonfiore addominale, dolore e stipsi.
6. Prevenire la comparsa di emorroidi e ragadi anali.
In tali condizioni la defecazione può risultare piuttosto dolorosa. Gli impulsi nervosi di dolore finiscono col perturbare i normali riflessi che, a livello dell'ultimo tratto di intestino, favoriscono l'espulsione delle feci. Si ha di conseguenza un aggravamento della stitichezza ed una ritardata guarigione da questi disturbi.
Per evitare ciò, oltre ad aumentare l'apporto di liquidi e fibre si può far uso dei semi di lino, dell'agar, della pectina e della crusca, ma anche dell'inulina e del glucomannano e in generale dei prebiotici e probiotici.
Testo di riferimento: Manuale di gastroenterologia, Coordinamento nazionale docenti universitari di gastroenterologia
Cari lettori, ci auguriamo di avervi fornito utili suggerimenti per un fastidio che riguarda tutti, almeno una volta nella vita!
A lunedì prossimo!
Dott. Mario Russo e dott.ssa Viviana Valtucci
e-mail: dieteticaesalute@hotmail.it
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(16/04/12)
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