Vi è mai capitato di svegliarvi durante la notte, di non riuscire ad addormentarvi e di alzarvi per mangiare
Questo tipo di comportamento è meglio noto come sindrome da alimentazione notturna.
La sindrome da alimentazione notturna è l’associazione tra un disturbo del comportamento alimentare, un disturbo del sonno e un disturbo dell’umore.
Si stima possa colpire circa il 2% della popolazione generale ma è molto più frequente nelle persone affette da obesità o sovrappeso.
Essa è caratterizzata dai seguenti segnali per almeno 3 mesi:
- Assenza di fame al risveglio mattutino, anche se ci si sforza di fare colazione;
- Più del 50% dell’energia necessaria ai propri fabbisogni assunta durante le ore serali (dopo le ore 19:00);
- Difficoltà a prendere sonno e necessità di mangiare prima di addormentarsi;
- Risvegli notturni con necessità di mangiare per riuscire ad addormentarsi nuovamente;
- Presenza di depressione o umore basso;
- I soggetti non soddisfano i requisiti per la diagnosi di bulimia nervosa e di disturbo da alimentazione incontrollata.
Le persone affette da questa sindrome, oltre a soffrire di depressione o umore basso, spesso hanno una bassa autostima, provano sentimenti di rabbia e sensi di colpa dopo gli episodi di alimentazione notturna per non essere riusciti a gestire bene la situazione, provano imbarazzo per l’accaduto e quindi è molto frequente che la sindrome venga nascosta a familiari e amici poiché vissuta con vergogna e reticenza.
Tra i dati interessanti ne emerge uno, ed è il seguente: non è raro che le persone affette da tale sindrome abbiano dei pensieri comuni e ricorrenti sia prima che dopo gli episodi di alimentazione notturna.
Tra i pensieri più comuni riferiti dai pazienti prima di addormentarsi troviamo:
- “Sono troppo agitato, non riesco a dormire. L’unico modo per calmarmi è mangiare qualcosa”;
- “A fine giornata un premio ci vuole… dopo una giornata faticosa posso permettermi di mangiare qualcosa prima di addormentarmi”;
- “E’ più forte di me! Devo mangiare qualcosa, non posso addormentarmi senza mangiare qualcosa!”
Invece, tra i pensieri più comuni dopo gli episodi di alimentazione notturna troviamo:
- “Sono una persona debole, non sono riuscito a controllarmi”;
- “Non valgo nulla, ho ceduto ancora una volta”;
- “E’ solo colpa mia, non ce la farò mai!”.
Il trattamento di questa sindrome non è semplice e deve avvalersi sicuramente di più competenze tra cui quelle mediche e farmacologiche, psicologiche, comportamentali e dietetiche.
Di seguito le strategie dietetiche e comportamentali più utili (riportate anche dall’Aidap – Associazione italiana disturbi dell’alimentazione e del peso):
- Fare dai 4 ai 6 pasti giornalieri. I pasti devono essere ad orari regolari (possibilmente ogni 3 ore) e i pasti più calorici devono avvenire nella prima parte della giornata e non nella parte serale;
- Evitare di assumere nelle ore serali bevande eccitanti come il caffè, tè, tutte le bevande energizzanti e tutti gli alcolici;
- Provare a tenere lo stress sotto controllo con tecniche e esercizi di rilassamento, di respirazione o semplicemente avere delle giornate meno frenetiche;
- Migliorare l’igiene del sonno cioè non affaticarsi, non allenarsi e non lavorare prima di andare a dormire e soprattutto provare a fare qualcosa di rilassante prima di addormentarsi come leggere un libro, ascoltare musica classica, fare un bagno caldo ecc.;
- Andare a dormire sempre alla stessa ora. Inoltre bisogna accettare uno/due risvegli e considerarli fisiologici senza preoccuparsi più di tanto;
- Durante i risvegli è possibile: non agitarsi e provare a riaddormentarsi subito, bere un sorso d’acqua, alzarsi e andare in bagno, focalizzare la propria attenzione non sul sonno o sul cibo ma su altro (può essere utile leggere oppure tenere tra le mani del ghiaccio e sentire le sensazioni che ne derivano oppure lavarsi con acqua fredda);
- Ridurre i cosiddetti “stimoli passivi” prima di andare a dormire come ad esempio guardare la tv e aumentare gli intrattenimenti attivi come chiacchierare con amici o con familiari, leggere, fare un gioco coinvolgente con la famiglia, dedicare del tempo alla propria compagna o al proprio compagno o ai figli;
- Affrontare con l’aiuto degli esperti i pensieri distorti che favoriscono e che seguono gli episodi di l’alimentazione notturna. Ad esempio può essere utile scrivere su un foglio da tenere a portata di mano: “Ho avuto un episodio di alimentazione notturna, da domani mi impegnerò a fare dei pasti regolari, ad avere giornate meno frenetiche e stressanti, a rilassarmi prima di andare a dormire, ecc.”.
Cari lettori, abbiamo provato a fornirvi una guida semplice e utile alla comprensione di questa problematica. Come avete potuto notare la sindrome da alimentazione notturna è una patologia molto complessa dalla quale non si guarisce in maniera spontanea e autonoma. Affidatevi, dunque, soltanto a personale qualificato, chiedete senza remore qual è la qualifica dell’ operatore che avete di fronte e fidatevi esclusivamente di terapeuti esperti.
Grazie per averci letto e al prossimo articolo!
Dott. Mario Russo, Dietista - Esperto in Alimentazione, Dietetica, Educazione Alimentare e Nutrizione;
Formazione specifica nel trattamento dell’obesità, dei disturbi alimentari e dell’immagine corporea;
Presidente ADEPO – Associazione di Dietetica E Psicologia per l’Obesità e il sovrappeso.
Dott.ssa Viviana Valtucci, Dietista e Nutrizionista - Esperta in Alimentazione, Dietetica, Educazione Alimentare e Laureata in Nutrizione Umana;
Formazione specifica nel trattamento dell’obesità, dei disturbi alimentari e dell’immagine corporea;
Vicepresidente ADEPO – Associazione di Dietetica E Psicologia per l’Obesità e il sovrappeso.
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