Ritrattista, pittore, decoratore, ceramista, costumista, illustratore. Ettore Senatore è un artista a tutto tondo che, con grande passione e creatività realizza, da circa cinquant’anni, le sue opere utilizzando molteplici tecniche. Le sue creazioni, partite dalla vallata metelliana, hanno raggiunto diversi luoghi del mondo.
Quando ha iniziato a dipingere?
“Ho sempre disegnato - ricorda Ettore Senatore -. Fin da bambino, osservavo mio padre Salvatore mentre realizzava le sue opere in quella che era, per me, ‘una vera e propria bottega d’arte’ come quelle di una volta. Ho imparato da lui e, successivamente, ho perfezionato la mia tecnica frequentando corsi di disegno e pittura”.
Dalla ceramica all’acciaio, dalle tele al gesso, lei ha utilizzato molteplici materiali e metodologie per creare le sue opere…
“Ho realizzato plastici e bozzetti pubblicitari, fatto illustrazioni, dipinto sulla stoffa, ideato serigrafie, restaurato statue ed affreschi. Ho creato un particolare procedimento per disegnare che prevedeva, tra le diverse fasi, l’ossidazione dell’acciaio, un trattamento con l’acido ed un passaggio con la satinatrice. Ho eseguito quadri ad olio, ad acquerello e a tempera”.
Molte sue creazioni, hanno travalicato i confini di Cava de’Tirreni e fatto conoscere il suo talento anche all’estero. La città metelliana ha la fortuna di conservare molte sue opere…
“La chiesa di Santa Lucia custodisce una mia rappresentazione della Santa ed un dipinto di Sant’Alfonso mentre scrive il suo famoso cantico. Nella cattedrale ci sono ‘S. Adiutore’ e ‘Cava città eucaristica’. Ho illustrato la copertina del calendario della Madonna dell’Olmo, ideato il ‘Manifesto del Festival delle Zampogne’ del 1989, creato l’opera ‘S. Francesco il Principe dell’Umiltà’. Nel 1999 ho dipinto ‘la porta di S. Lucia’ in occasione dell’anniversario per i 200 anni dall’omonima battaglia. Ho rappresentato molti scorci cavesi ed ho sempre illustrato, con i miei disegni, i biglietti della lotteria di Montecastello. Ho ideato la bandiera degli Sbandieratori ‘Città Regia’, la bandiera per la squadra dei ‘Trombonieri Senatore’, il gonfalone dell’‘Associazione Trombonieri, Sbandieratori e Cavalieri’, il gonfalone della città di Conca dei Marini e due quadri da assegnare al vincitore della disfida. Ho anche creato decori per mattonelle e costumi spaziali per una sfilata di moda in collaborazione con il sarto Nicola De Santis”.
Lei ha preso parte a più di cento collettive in tutta Italia ed avuto numerosi riconoscimenti…
“Dal 1966, per alcuni anni, partecipai al concorso vignettistico indetto dal ‘Giornalino di Pappagone’ e mi furono conferiti più volte il primo ed il secondo premio. Da allora, le mie opere sono state premiate a Cava de’Tirreni e nelle diverse città campane”.
Quali sono i suoi soggetti preferiti?
“Mi piace la pittura classica. In particolare, adoro dipingere paesaggi naturali, ritratti e nature morte. Prediligo disegnare in primavera per le sue luci e colori. Quando devo dipingere un quadro a tema paesaggistico vado sul posto, tratteggio un bozzetto con macchie di colori e poi lavoro in studio”.
Quanto tempo impiega per completare una sua creazione?
“Alcuni quadri mi impegnano anche 2 o 3 giorni, altri fino a due mesi”.
L’affresco della Cappella di Monte Castello è l’opera di maggiori dimensioni che abbia mai realizzato?
“Si. Seguita dal ‘Gesù Misericordioso’ che misura 2.50 metri x 1.20, ‘S. Alfonso nella realizzazione del Tu Scendi dalle Stelle’ con 1.80 metri x 1.20 ed il ‘S. Adiutore’ al Duomo con 1.70 x 1.10 metri”.
A quale quadro è più legato?
“Sono molto affezionato al quadro di “S. Adiutore” conservato al Duomo di Cava de’ Tirreni, al “Gesù Misericordioso” che sarà esposto nella chiesa di S. Francesco ed al “Gesù il giorno dopo il sabato” la cui immagine è stata pubblicata su diverse riviste religiose”.
Quali sono i suoi progetti in corso?
“Sto lavorando al panno per la festa di Montecastello che sarà allocato, in gigantografia, nella frazione Annunziata”.
Cosa la spinge a creare?
“Un’innata esigenza interiore ed una forte passione che, con naturalezza, mi prendono per mano, traducendo così in segni e colori la mia interiorità”.
Foto
Lara Adinolfi
(28/02/2012)