In uno studio recente condotto dalla Micol (Multicentrica italiana colelitiasi), su un campione di popolazione italiana di 30.000 soggetti (foto a sinistra: salute.notizie..it), una persona su quattro soffre di calcoli alle vie biliari.
Anche volendo fare un’indagine su parenti e conoscenti vi accorgerete che la presenza di calcoli, soprattutto alla colecisti, è molto frequente.
Iniziamo a spiegare cos’è la colecisti e cosa fa, funzionalmente, per il corpo umano.
In pratica è una piccola sacca collegata al nostro fegato, che ha sostanzialmente 2 funzioni:
la prima è contenere la bile cioè una sostanza prodotta dal fegato che serve ad emulsionare e facilitare la digestione dei grassi, la seconda è contrarsi per espellere la bile quando mangiamo alimenti che contengono principalmente grassi e in piccola parte proteine. Ecco un’immagine semplice e descrittiva (tratta da wikipedia):
Detto questo, come è possibile che si formino dei calcoli all’interno della colecisti?
Abbiamo detto che nella colecisti è contenuta la bile, una soluzione acquosa prodotta dal fegato che contiene, tra le varie sostanze, anche il colesterolo.
Quando c’è troppo colesterolo nella bile, si formano dei cristalli che con il passare del tempo si aggregano e danno origine alla formazione di calcoli (i calcoli costituiti da colesterolo rappresentano l’ 80% di tutti i calcoli. La restante parte dei calcoli alla colecisti è costituita da Sali biliari e bilirubina).
Bisogna sapere che ci sono alcune condizioni che aumentano il rischio di sviluppare calcoli di colesterolo alla colecisti tra cui troviamo:
- l’obesità e il sovrappeso,
- l’aumento di grassi nel sangue come colesterolo e trigliceridi,
- il sesso femminile (un aumento degli ormoni estrogeni può provocare l’aumento di colesterolo nella bile e ridurre la motilità della colecisti),
- la familiarità positiva per questa patologia (fare attenzione se in famiglia c’è già la mamma o una sorella o un altro componente della famiglia che ne soffre),
- l’età soprattutto dopo i 60 anni,
- una perdita di peso repentina (in caso una rapida perdita di peso aumenta la quantità di colesterolo prodotto dal fegato),
- alcuni farmaci anticolesterolo,
- diabete associato ad un alto livello di trigliceridi nel sangue.
Tra i sintomi che si manifestano con più frequenza c’è sicuramente il dolore,
un dolore acuto, fortissimo, che si presenta al fianco destro e che può irradiarsi anche a livello della scapola destra e della spalla destra.
L’immagine riportata di seguito è tratta da linguaggio globale.com:
E’ da specificare una cosa importante: non tutti i calcoli alla colecisti provocano dolore (calcoli asintomatici). Infatti il dolore è provocato dai calcoli che si spostano dalla colecistiti e migrano e ostruiscono i dotti biliari (spesso c’è l’ostruzione del dotto cistico o peggio ancora del coledoco o del dotto pancreatico – guardare la prima immagine sopra riportata ).
Ora, cosa possiamo fare dal punto di vista dietetico e comportamentale per prevenire questa patologia?
Innanzitutto bisogna monitorare il nostro peso corporeo e assicurarsi di non avere un eccesso di peso. Poi c’è bisogno che la quota totale di grassi della nostra dieta non superi il 25-30% delle kcal totali, vale a dire che su un’alimentazione di circa 2000 kcal, non più di 500-600 kcal devono provenire dai grassi (raggiungiamo questa quota con 4 cucchiai di olio al giorno più altri alimenti dal consumo settimanale come uova, formaggi freschi e stagionati, carne e pesce, latte e yogurt).
Inoltre, bisogna ridurre l’apporto di colesterolo alimentare ed aumentare il consumo di fibre.
Dunque includiamo sempre nella nostra alimentazione i legumi, i cereali integrali, la frutta fresca e la verdura di stagione, preferiamo l’olio extravergine d’oliva al burro o alla margarina e limitiamo il consumo di formaggi, uova, frattaglie, salumi e insaccati, dolci farciti.
A proposito di aumentare il consumo di fibra: ricordiamo che la colecisti si attiva solo se ingeriamo grassi e in piccola parte proteine dunque il consumo di verdura che è ricca di acqua, fibra, vitamine e Sali minerali non peggiora la sua funzionalità.
Al massimo è il condimento presente nelle verdure (come olio, burro, pancetta ecc.) che può determinare forti contrazioni della colecisti con relativo dolore.
Infine, ricordiamoci che il nostro corpo è costituito da circa il 60% di acqua, dunque per funzionare bene (e far funzionare anche la colecisti) bisogna idratarsi con il giusto apporto di acqua!
Talvolta invece, quando i calcoli sono numerosi o di grandi dimensioni e provocano forti coliche, si interviene con l’asportazione della colecisti.
In questo caso oltre alla riduzione della quota di grassi e colesterolo è opportuno frazionare la nostra alimentazione in 5 pasti (colazione, pranzo, cena e due spuntini) e soprattutto è necessario suddividere in egual misura a pranzo e a cena la quota di condimento (es. 2 cucchiai a pranzo e 2 a cena) in maniera tale da creare un equilibrio anche nella secrezione della bile (la bile sarà comunque prodotta dal fegato ma senza la colecisti mancherà la funzione di contenere e modularne la secrezione) ed evitare scariche diarroiche e addome gonfio dopo un pasto abbondante e troppo ricco di grassi.
Cari lettori, speriamo di avervi fornito delle informazioni chiare e semplici per questo tipo di problematica.
Contattate sempre il vostro medico di fiducia nel caso in cui si presentassero coliche e abbiate cura di voi nel caso in cui scopriste che nella vostra colecisti ci sono dei calcoli.
Al prossimo articolo!
Dott. Mario Russo, Dietista - Esperto in Alimentazione, Dietetica, Educazione Alimentare e Nutrizione;
Formazione specifica nel trattamento dell’obesità, dei disturbi alimentari e dell’immagine corporea;
Presidente ADEPO – Associazione di Dietetica E Psicologia per l’Obesità e il sovrappeso.
Dott.ssa Viviana Valtucci, Dietista e Nutrizionista - Esperta in Alimentazione, Dietetica, Educazione Alimentare e Laureata in Nutrizione Umana;
Formazione specifica nel trattamento dell’obesità, dei disturbi alimentari e dell’immagine corporea;
Vicepresidente ADEPO – Associazione di Dietetica E Psicologia per l’Obesità e il sovrappeso.
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